Videoartista apparentemente statico, certamente non stitico, Benedetto Gusano ci ha lasciato qualche appunto a riverbero della genesi e della possibile apocalisse delle sue numerose pittografie, ombre sguantate dalla caverna elettronica, disossata struttura ritmico-cromatica del suo autismo sorvegliato, protesi maldestra della ben più maldestra mano.
Benedetto Gusano possiede anche un nome esoterico, che non appoggia su vocale. O, piuttosto, ne è posseduto. Le sue opere sono dedicate a chi conosce quel nome. La più profonda e arcaica alchimia pulsionale all'origine di tali produzioni rimane oscura per chi ne è all'oscuro. Ma siffatta ignoranza non comporta alcun misticismo. Nessuna smania di mistero, dunque. Quell'oscurità è buio che non tutti possono condividere. Semplicemente, parafrasando Wittgenstein, di ciò di cui non è opportuno parlare (in pubblico), si deve tacere.
Caos bianco. Via Lattea. Simia Dei. Stropiccio il tempo. Lo afferro a due mani. E di questo basta così.
Fotografia, pittura: il figurale, milieu irrisolto dell'astratto e del figurativo. F. B. e G. D. in memoriam.
Pornografia, cinemamor(t)e - meccanica, ottica. Mano-mettere (la tecnologia).
Il sogno, il gioco: "I could be bounded in a nutshell and count myself king of infinite space, were it not that I have bad dreams". Allora si gioca, per non cadere nel sonno, per la paura di addormentarsi. Oppure si è catturati dall'insonnia, perché qualcuno o qualcosa ci impedisce di giocare. Ma l'infanzia, forse, non ne sa niente di questa alternativa.
Fortezza vuota, debolezza in piena: "...l'insistenza sulla ripetizione rappresenta la lotta del bambino autistico per trovare qualcosa che dia alla sua vita ordine e continuità", B. B.
Patologia: è il discorso (o la traccia visiva, o entrambi) delle passioni. Se spaventa, normalità vostra. Se induce in interpretazioni, significati vostri. Meglio morbosi che ammorbati da temperature medie. "E all'Angelo della chiesa di Laodicea scrivi: questo verbo lo annuncia Amen, testimone fedele e verace, principio della creazione di Dio; conosco le tue opere, non sei né freddo né caldo. Oh se tu fossi freddo o caldo! Ma finché tu sei tiepido, e non caldo né freddo, ti rigetto dalla mia bocca".
A proposito del silenzio in pittura: per Zenone Cizico la phonè è la dialettica del pensiero. Sarà per questo che sto diventando afono.
Etica: del molare lenti (Spinoza non viveva del proprio "lavoro intellettuale", per poter restare libero; senza contare l'aspetto salubre di un'occupazione manuale). Divertissement del verme che insegue la forma e il colore (perché ha già mangiato e bevuto). Le energie in eccesso non si spiegano soltanto con il lusso - a proposito di moralismo (niente a che fare con l'etica). Etica: arte degli incontri. Estetica: teoria (processione, serie) delle percezioni.
Le nozioni di sequenza, variazione, circolarità (approfonditele voi, con le parole. Io ve le consegno in superficie, my way, con immagini e titoli delle pittografie).
Titolo: dispositivo di cattura dell'attenzione, sia quella dell'autore che dello spettatore. Per lo più giunge come un lampo, a compimento dell'opera. Spesso ne modifica il tracciato originario e acefalo. Talora si dispone "in principio", come ragnatela che capta velocità, ritmi, forme - evocandole, braccandole. Non è mai didascalia, spiegazione. Piuttosto corto circuito. O differenza di potenziale, che sottolinea la distanza immagine-parola, deridendo la presunta e orgogliosa autonomia degli estremi di questa balbuziente dialettica. Avete capito poco, come al solito. Son meglio le ghiande, vero?