Comunicare fa ridere (Jacques Lacan) e non ho niente da comunicare, mai, a nessuno
(Franz Kafka): nella differenza di potenziale che si crea tra questi due estremi
si colloca il percorso della manifestazione, la corrente di pensiero gioco visioni
ascolti ch'essa vuol catturare e suscitare. Dallo sguardo preverbale del bambino
rivolto alla madre e illuminato dal sorriso, al castello interiore (spesso infelice
fortezza vuota) di teste "non riconciliate" con se stesse e il mondo: è in questo
panorama che si installa la sfida e la promessa di un orizzonte comunicativo
sottratto all'abbrutimento dell'ovvio, all'alienazione del lavoro servile, alla
mediocrità percettiva e affettiva di un'epoca ottusa nel "realismo" inaggirabile
della società spettacolare. Noi non manchiamo di comunicazione, al contrario,
ne abbiamo troppa, noi manchiamo di creazione. Manchiamo di resistenza al presente
(Gilles Deleuze e Félix Guattari).
Sulla traccia dell'edizione 1996 - e invitando anche alcuni dei suoi protagonisti,
per essere tentati da una linea di continuità complice -,
Comunicare fa male ripropone una domanda che si articola e sviluppa su vari registri
linguistici e pragmatici, cercando di privilegiare sempre più la dimensione della
"viva presenza" accanto alla "protesi" della tecnologia. Necessaria è, storicamente,
una vigile e costante resistenza quotidiana, possibile soltanto grazie ad un recupero
ludico, festoso e al contempo responsabile, ma non specialistico, degli strumenti vitali
offerti dalla cultura, dal sapere e dal piacere iscritti nei processi creativi.
Sono previsti: incontri con Nino Bogazzi, Giuseppe Bucalo, Romeo Castellucci,
Salvo Cuccia, Enrico Ghezzi, Alberto Grifi, Enzo Moscato, Marcello Piras, Edoardo
Sanguineti, Edoardo Winspeare, e, ogni mattina, con il Gruppo Eliogabalo; un seminario
sulla filosofia di Gilles Deleuze, con Adolfo Marino e Paolo Virno; concerti con
Strani Itineranti, Gino Curcione; proiezioni di video su John Coltrane, Nick Cave;
un documentario sull'opera pittorica di Francis Bacon e l'ultimo video sperimentale
di David Larcher; film di Robert Bresson, Alexander Kluge, Roman Polanski,
Carmelo Bene, Robert Altman, Abel Ferrara, Mario Martone, Jean-Marie Straub e
Danièle Huillet, Bertrand Tavernier, Glauber Rocha, e un omaggio a Rainer Werner Fassbinder.
Sono previsti: uno stand della casa editrice TraccEdizioni; una mostra fotografica curata
dai componenti del Gruppo Eliogabalo; la versione integrale di Abécedaire,
conversazione televisiva tra Gilles Deleuze e Claire Parnet prodotta da "Arte" (in consultazione);
un programma off di letture e performance effettuate durante l'ora dei pasti (pranzo e cena)
presso i locali di ristorazione del paese. Comunicare fa male offrirà nº 50 posti letto
gratuiti per l'intera durata della manifestazione.
Programma della manifestazione
Martedì 29 luglio
ore 15.00
L'ANARCHIA DEL MOVIMENTO
Il mercante delle quattro stagioni di R.W. Fassbinder
Perché il Signor R. è improvvisamente impazzito? di R.W. Fassbinder
ore 21.30
Apertura della manifestazione
ore 22.00
Seminario su Antonin Artaud e Carmelo Bene
Mercoledì 30 luglio
ore 10.00
Pour en finir avec le jugement de Dieu trasmissione radiofonica di Antonin Artaud
ore 11.00
Rasoi di Mario Martone
ore 15.00
Morte di un matematico napoletano di Mario Martone
ore 17.00
Cul de sac di Roman Polanski
ore 21.00
Brentano di Romeo Castellucci
a seguire
CHE COS'È UN CORPO?
La ricerca teatrale della Societas Raffaello Sanzio
Incontro con Romeo Castellucci (regista)
Giovedì 31 luglio
ore 9.00
L'ANARCHIA DEL MOVIMENTO
Le lacrime amare di Petra von Kant di R.W. Fassbinder
Effi Briest di R.W. Fassbinder
ore 15.00
The addiction di Abel Ferrara
ore 17.00
L'impero dei sensi di Nagisa Oshima
ore 21.00
PORNOTTICA
Incontro con Enrico Ghezzi (autore televisivo)
Venerdì 1 agosto
ore 9.00 - 13.00
COMUNICARE FA RIDERE
TOTÒ DAY
Proiezione di film "di" Totò
ore 15.00
Incontro con il Gruppo Eliogabalo
La danza Butoh e il corpo senza organi di Antonin Artaud
conferenza di Paolo Spaziani
ore 16.30
COMUNICARE FA RIDERE
TOTÒ DAY
Proiezione di film "di" Totò
ore 21.00
Tiburzi di Paolo Benvenuti
a seguire
CHE COS'È UN'IMMAGINE?
Incontro con Paolo Benvenuti (regista)
Sabato 2 agosto
ore 9.00
L'ANARCHIA DEL MOVIMENTO
Despair di R.W. Fassbinder
ore 11.00
Il manicomio di Alberto Grifi
ore 15.00
Due esseri di Carl Theodor Dreyer
ore 17.00
Persona di Ingmar Bergman
ore 21.30
CHE COS'È LA FOLLIA?
Incontro con Giuseppe Bucalo (psicologo)
Domenica 3 agosto
ore 9.00
L'ANARCHIA DEL MOVIMENTO
Il matrimonio di Maria Braun di R.W. Fassbinder
ore 11.00
Amore e morte di Woody Allen
ore 15.00
L'ANARCHIA DEL MOVIMENTO
L'amore è più freddo della morte di R.W. Fassbinder
ore 17.00
Mon oncle di Jacques Tati
ore 21.00
Pizzicata di Edoardo Winspeare
a seguire
CINEMA E MUSICA
L'esperienza produttiva del film "Pizzicata"
Incontro con Edoardo Winspeare (regista)
Lunedì 4 agosto
ore 9.00
Manfred di Carmelo Bene
ore 11.00
L'ANARCHIA DEL MOVIMENTO
Paura mangiare anima di R.W. Fassbinder
ore 14.30
Nick Cave - documentario
ore 16.30
John Coltrane - documentario
ore 18.00
Round midnight di Bertrand Tavernier
ore 21.30
CONCERTO
Una generazione che ha dissipato i propri poeti con Tullio Battaglini e Marzia Dati
a seguire
Strani itineranti
Martedì 5 agosto
ore 9.00
Cancer di Glauber Rocha
ore 11.00
Incontro con il Gruppo Eliogabalo
Proiezioni video di Ernesto Fialdini
ore 14.00
Omaggio ad ALEXANDER KLUGE
Ferdinando il duro
Artisti sotto la tenda del circo: perplessi
ore 18.00
L'ANARCHIA DEL MOVIMENTO
Gli dei della peste di R.W. Fassbinder
ore 21.00
CHE COS'È UN SUONO?
Mercoledì 6 agosto
ore 9.00
L'ANARCHIA DEL MOVIMENTO
Querelle di R.W. Fassbinder
ore 11.00
Incontro con il Gruppo Eliogabalo
Entbildung: immagine e mistica in Meister Eckhart
conferenza di Alessandro Raffi
ore 15.00
L'ANARCHITETTURA QUOTIDIANA
l'esperienza di Abiter au quotidien a Parigi
Incontro con Nino Bogazzi (architetto, urbanista)
ore 18.00
VOCE SOLA
concerto di canzoni napoletane con Gino Curcione (attore, cantante)
ore 21.00
CHE COS'È IL TEATRO?
Seminario con Enzo Moscato (drammaturgo, regista, attore)
Giovedì 7 agosto
ore 9.00
L'ANARCHIA DEL MOVIMENTO
Veronika Voss di R.W. Fassbinder
ore 11.00
Incontro con il Gruppo Eliogabalo
La sesta ora di Federico Nobili
ore 15.00
Seminario Gilles Deleuze
ore 17.30
Francis Bacon - documentario
ore 18.30
Tranfert per camera versus Virulentia di Alberto Grifi
ore 21.00
MEDITAZIONI SULLO SCORPIONE
Incontro con Alberto Grifi (regista)
Venerdì 8 agosto
ore 9.00
Così bella, così dolce di Robert Bresson
ore 11.00
Incontro con il Gruppo Eliogabalo
Suicidati della società con Federico Nobili e Paolo Spaziani
ore 15.00
Seminario Gilles Deleuze
con Adolfo Marino (filosofo)
ore 17.30
Videovoid test di David Larcher
ore 18.30
Strange day con Stan Laurel e Oliver Hardy
ore 21.00
incontro con Salvo Cuccia (videoartista)
Sabato 9 agosto
ore 9.00
Diario di un vizio di Marco Ferreri
ore 11.00
La grande abbuffata di Marco Ferreri
ore 15.00
Seminario Gilles Deleuze
con Paolo Virno (filosofo)
ore 17.30
L'argent di Robert Bresson
ore 21.00
LA TRANCE E L'ASCOLTO
La musica di John Coltrane
Seminario con Marcello Piras (critico jazz)
Domenica 10 agosto
ore 9.00
Fortini-Cani di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet
ore 11.00
Incontro con il Gruppo Eliogabalo
Presentazione dei libri
Stanza dell'idiota di Federico Nobili
e
Voci annegate di Rodolfo Mezzanotte
ore 15.00
Le folli notti del Dottor Jerryl di Jerry Lewis
ore 17.30
NOVISSIMUM TESTAMENTUM
Performance di Edoardo Sanguineti (scrittore)
ore 21.00
Incontro conclusivo con il Gruppo Eliogabalo
ore 22.30
Antonio das mortes di Glauber Rocha
Mafiapologia
dedicato all'indifferenza del nemico
alla sua risibile ostilità
...è quando siamo sorpresi che dobbiamo sorprendere il nemico.
"L'arte della guerra"
APOLOGO DELLA MAFIA ovvero COMUNICARE FA MALE ovvero PORNOGRAFIA POLITICA DELLA VITA QUOTIDIANA
in margine alla solita bieca Storia che si ripete
Beato chi ha potuto almeno una volta, almeno chiudendo gli occhi, dimenticarvi tutti,
inutili come un raffreddore, e sobri come acqua minerale
Vladimir Majakovskij
In Italia non c'è gusto ad essere intelligenti, scriveva qualche anno fa Freak Antoni. In
Italia non c'è gusto ad essere, oggi. Si vuol togliere il poco sapore e il poco (di volontà di)
sapere che sono rimasti, come residui inattuali, forse, di un antropologia che si ritiene
superata. Chi, ozioso ed illuso, pretende identificare la vita con il proprio lavorìo, cercando
di fuggire l'esistenza inchiodata al posto (per lo più mancante) di lavoro, finisce spesso per
rassegnarsi a credere, oppresso dall'evidenza, che la vittoria dei mediocri e il plebiscito
della volgarità spacciati per democrazia siano inappellabili. La Realpolitik economica,
inaggirabile. La Ragione, come ci dicevano affettuosamente i vecchi, prerogativa del coglione
(espressione demotica per: disadattato, sognatore, folle). Il peso della parola è evaporato e
vien fatto di pensare - ma è solo un brigante di pensiero, non temete - che il codice d'onore
che permeava il linguaggio di famiglie complici nell'omertà e nella violenza fosse eticamente
più sano dello spappolamento ipocrita e psicolabile di una comunità corrotta, incapace al
contempo di responsabilità come di grandi gratuiti gesti irresponsabili. L'apologo è qui
tentato dall'apologia. Un popolo di stanchi peti navigatori di basso bassissimo cabotaggio.
Per noi, questi anni di pubbliche relazioni - che tanto ci hanno distratto dalle ben più
solari e pubiche - e di sforzi (il termine è più che corretto, fisiologicamente, considerata
la stitichezza dell'epoca) per organizzare quanto, in piccolo, il libretto di Comunicare fa
male testimonia, sono stati la trista conferma di un assunto di sfiducia e disprezzo e
disgusto, che avremmo preferito non verificare, mantenendolo nell'astrattezza giovanile di un
pregiudizio "estetico". Mastro C.B., che ci ammicca pinocchiesco - e che (se buone intenzioni
parole promesse coerenza di pressoché tutti gli interlocutori incontrati non fossero
semplicemente flatus vocis) avrebbe potuto aprire quest'anno Comunicare fa male - Mastro C.B.
ci ha insegnato, en poète, che il degrado e la sentìna sono le uniche ambizioni del brago
sociale. Che proietta il proprio fetore, la propria malafede ovunque attorno a sé, incapace
di vedere altro dalla propria immagine deforme ed onnipervasiva. Quasi che il mondo debba
essere questo mondo (semper C.B. dixit). Da parte nostra sarebbe troppo querulo e indiscreto
e noioso (per chi ha la pazienza di leggere) palesare i dettagli infiniti del malcomunicare,
a catena di continua smentita della nostra fiducia in qualche possibilità offerta dal suolo
patrio (sineddoche dell'universo umanoide, s'intenda). Malcomunicare incontrato e frequentato
negli anni, nei mesi, nelle settimane e giorni e ore che hanno preceduto la chiusura (mai
definitiva) di questo programma. È difficile in Italia, oggi, osare qualcosa di non
perfettamente codificato e prevedibile, per quanto umile. È difficile ancor di più
battezzandolo Comunicare fa male (e non è questione di margine: Dio si ficca nei dettagli,
ricordava Aby Warburg). Il sommo Spinoza, gran partigiano della dignità offesa e
dell'intelligenza vitale, maestro del corpo e della gioia, rimproverava Cartesio per
l'utilizzo dell'attributo "difficile" come clausola dirimente di alcuni problemi filosofici.
La cultura è inutile e (sembra) difficile. Allora si preferisce confinarla negli ambiti
specialistici - oggi il cretino è specializzato, scriveva Ennio Flaiano -,
nell'incomunicabilità con il bisogno di ossigeno quotidiano oppure nella paccottiglia
spettacolare, innocua e letale. Indecoroso décor che arreda vacuità private e pubbliche.
Il pensiero fa paura anche perché inutile, rivoluzione permanente non assopita nelle maglie
dell'abitudine a sopravvivere, a scannarsi vicendevolmente, ad escludere la possibilità che
il niente effimero del tempo che ci è concesso possa essere una festa. Difficile è la strada
felice. Ci pieghiamo, ma finché ci sarà voce non ci spezzeremo. E' difficile, appunto, ma
non ci fa paura. L'unica intollerabile paura è la morte in vita. Nessuno osa più pensare di
cambiare il mondo, foss'anche soltanto l'angusto mondo di spazi domestici, se non altro per
il terrore d'essere considerato un ingenuo e un imbecille. Crediamo sia sufficiente, oggi,
noi idioti e poveri di spirito, resistere all'invasione e all'invadenza di una terra per lo
più meschina, senza luce di gioco, senza amore feroce per altro da sé. Crediamo sia necessario.
Morirete senza aver mai vissuto. "Mi suicido, babbo", recitava la didascalia di una vignetta
di Altan. E il padre, seduto in poltrona, senza neppure volgere lo sguardo al figlio che si
punta la pistola alla tempia, risponde: "Non fare il moralista: spara agli altri".
Grazie a chi sa dire no, con il sorriso dell'impotenza o della distanza; grazie ai pochi
pochissimi invisibili che dicono sì, semplicemente, con il sorriso della complicità impudica,
fuori dal calcolo miope delle consorterie e dalla logica del consenso. Speranza è parola
vana, impraticabile ed ansiogena. Per ora preferiamo pazienza, capa tosta, arte della
guerriglia, ovvero: non risponderemo alle provocazioni di chi vuol suicidare la nostra
anarchia ludica. E' avvilente veder tanti umanoidi "adulti" affaccendati nel tentativo di
fiaccare chi ha sangue di pensiero e desiderio. Rispettiamo gli insetti, macchine di ben
altra impeccabile precisione.
E per favore, vi preghiamo (pregare i più cretini, inutilmente, è santità...) non
spettegolate. Anche noi, come scrisse Vladimir Majakovskij prima di lasciarci, lo abbiamo in
grande orrore.