Non manchiamo di comunicazione, al contrario, ne abbiamo troppa,
manchiamo di creazione. Manchiamo di resistenza al presente
Gilles Deleuze e Félix Guattari
Tre giornate dedicate alla produzione indipendente nel cinema (ma anche nel teatro) italiano.
Esperienze stilisticamente e geograficamente distanti, accomunate dallo stesso principio di autonomia
produttiva rispetto alle logiche immediatamente mercantili, di rigore nella ricerca formale e di coraggio
nella proposta dei ‘contenuti'. "La poesia e la politica sono troppo per un solo uomo", affermava Glauber Rocha.
All'interno di questo contesto sarà presentato anche un film del grande regista brasiliano, rivoluzionario
tra i più radicali nel linguaggio cinematografico del dopoguerra, le cui opere sono da anni sono pressoché
introvabili e quindi sconosciute alle nuove generazioni. La proiezione vuol rappresentare un primo timido
passo verso un omaggio di altro respiro, finalizzato al recupero e alla diffusione delle sue pellicole.
Programma della manifestazione
mercoledì 25 novembre
ore 18.00
VITO E GLI ALTRI di Antonio Capuano
ore 21.00
PIANESE NUNZIO 14 ANNI A MAGGIO di Antonio Capuano
Vito e gli altri - 1991, 85'
La storia di Vito (interpretato da Nando Triola), killer a dodici anni: il padre in galera per aver ucciso
la moglie e la figlia, l'impossibile convivenza con la zia, l'inizio della parabola delinquenziale con furti,
rapine, spaccio di droga, il riformatorio, il carcere, l'assassinio su commissione. Una cruda storia presa
dalla cronaca, opera prima dura e sincera di uno scenografo, autore anche della sceneggiatura (premio Solinas 1988).
Pianese Nunzio 14 anni a maggio - 1996, 115'
Don Lorenzo Borrelli (Fabrizio Bentivoglio), prete impegnato nella lotta contro la camorra nel quartiere Sanità,
ha uno storia d'amore con Nunzio (Emanuele Gargiulo), tredicenne introverso che frequenta la parrocchia.
La camorra si vendicherà, facendo in modo che lo denunci. Capuano scrive e dirige un film ispirato ad
una storia vera e che affronta con urgenza temi come la miseria di Napoli, l'impegno, l'amicizia, l'amore omosessuale,
la disillusione. "Argomenti così delicati - disse anche Franco Zeffirelli - andrebbero trattati solo da grandi registri"...
Esemplare la prima parte, in cui il film procede per squarci e divagazioni quasi jazzistiche perfettamente controllate.
Glauber Rocha
Il dio nero e il diavolo biondo (Deus e o Diabo na Terra do Sol) - 1964, 115'
Un povero contadino del Nordeste, Manuel, si unisce alla banda di un ambiguo santone, il "beato"
Sebastião e finisce col prenderne il posto, diventando cangaceiro col nome di Satanás. Ma nel sertão
compare, col compito di uccidere tutti i "beati", il sicario Antonio das Mortes, strumento ambivalente e
cieco della dialettica storica: è al soldo dei proprietari terrieri e della Chiesa, ma fa anche giustizia delle
rivolte "sbagliate". Storia fluviale e caotica, narrata con la mediazione di molte canzoni, con un finale aperto
dove Manuel continua a correre nel sertão e il cantastorie spiega che il mondo non è né di Dio né del Diavolo,
ma solo dell'uomo. Capostipite del cinema nôvo brasiliano, affascinò i critici europei per il suo stile grezzo e
povero (marcato dall'uso frequente della macchina a mano), dove si mescolano la cultura popolare, la tradizione
barocca, le influenze di una religiosità mistica e violenta. Epico didascalico materialista e magico, per usare le
parole-manifesto dello stesso Rocha.
Silvio Soldini
L'aria serena dell'Ovest - 1990, 100'
Nella Milano degli anni '80 - sospesa però in un'atmosfera astratta da scenario ‘futuribile'
- alcuni giovani intrecciano le loro strade grazie al ritrovamento fortuito di un'agendina.
Lucido ritratto di un disagio generazionale, di chi respira l'aria ‘serena' dell'occidente,
e non si accorge che altrove il mondo sta cambiando (le notizie radiofoniche che annunciano
il massacro di Tien An Men e la caduta del muro di Berlino fanno da colonna sonora).
Con Fabrizio Bentivoglio, Patrizia Piccinini, Ivano Marescotti, Roberto Accornero,
Olga Durano, Antonella Fattori. Rimarchevole la fotografia di Luca Bigazzi, collaboratore
fondamentale anche nelle altre opere del regista.
Le acrobate - 1997, 120'
Seguendo le tracce lasciate da una misteriosa vecchia, la benestante Elena finirà per
conoscere la giovane e malmaritata Maria, e con la figlioletta di quest'ultima partiranno
per una fuga senza prospettive verso i piedi del Monte Bianco. Giochi del caso, solitudini
che si incontrano, ansia e insoddisfazione inscritte nella trama della vita quotidiana,
il viaggio come dimensione dell'irrequietudine interiore. Di rilievo l'interpretazione
delle due protagoniste, Licia Maglietta e Valeria Golino.
Pasquale Pozzessere
Verso sud - 1992, 88'
Appena uscita di prigione, Paola (Antonella Ponziani) incontra Eugenio (Stefano Dionisi)
in una mensa per poveri. Vanno a vivere insieme in una casa non finita, rapiscono il
figlioletto di lei dall'istituto cui è stato affidato e infine decidono di andare a Taranto,
sperando di trovare lavoro e di sfuggire alla polizia. Ma durante una rapina a un supermercato
Eugenio viene ferito mortalmente: solo Paola fuggirà in Grecia col bambino. Il pugliese
Pozzessere, alla sua opera prima, racconta l'on the road sommesso di due sbandati in un
viaggio a ritroso rispetto ai vettori di fuga di questa fine secolo (con il Sud del mondo
che preme e dilaga). Guidato da una spiccata sensibilità per i panorami urbani e con un
sotterraneo senso del sacro (la vicenda poterebbe essere una sorta di versione laica della
‘fuga in Egitto' e la morte di Eugenio tra le braccia di Paola ricorda una Pietà
Michelangiolesca), la storia esplora senza retorica lo sfacelo umano e ambientale
dell'Italia degli anni ‘90.
Romeo Castellucci - Socìetas Raffaello Sanzio
Brentano - 1995, 25'
La Socìetas Raffaello Sanzio - attualmente il gruppo di ricerca più estremo e al contempo
rigoroso del teatro italiano - è caratterizzata da una tensione iconoclasta che trova nel
corpo la sua centralità deviante, in un'implacabile logica delle sensazioni, che si sottrae
alla retorica del Senso. Il visionario cortometraggio Brentano, tratto dall'omonima
breve prosa di Robert Walser, è la vicenda di un giovane "che non ha più voglia di vivere
e decide la via della fuga". Il film è girato come una seconda pelle ottica tutt'intorno al
personaggio che rimane per lo più irrelato al luogo stesso che l'angoscia gli crea. Alla
storia si sostituisce "lo stare" e la figura viene ustionata nella compressione onirica
e spasmodica del suo teatro interiore - incubi e sogni scanditi e frantumato in un ritmo
ipnotico. Protagonista Paolo Tonti, già folgorante macchina attoriale del loro Amleto.
Sarà proiettato anche il video del secondo anno della "Scuola Sperimentale di Teatro
Infantile" (1997, 50'). La Scuola è stata ideata e condotta da Chiara Guidi, ed ha avuto
luogo a Cesena, presso il Teatro Comandini della Socìetas Raffaello Sanzio.