COMUNICARE FA BERE
FIVIZZANO Massa-Carrara 2011
edizione xiv - semiclandestina & lazzaresca
Anche un evento come Comunicare fa male - sogno artistico, iniziativa culturale, progetto civico e comunitario, utopia di complessità e gioco - si può considerare alla stregua di un organismo vivente: viene generato da incontri bisogni e desideri, cresce e si sviluppa, commette errori e si adatta, lotta e soccombe, fino a morire di entropia (o vecchiaia che dir si voglia); gli può accadere anche d’essere ucciso da avversarsi intelligenti, da complici distratti, da stupidi nemici. Talvolta però resuscita. Non si sa mai se un simile processo "contro-natura" sia di segno positivo o negativo, se rischi piuttosto i toni della nostalgia patetica o faccia presentire invece una musica gratuita, ostinata, quasi un’onda nuova che valga la pena cavalcare. La Fenice che rinasce dalle proprie ceneri è immagine di radiosa astrattezza vitale, simbolo raffinato di tutte le forme di fede terrestre che vogliono scommettere con folle entusiasmo sulla potenza della vita capace di sfidare i propri limiti, ma Lazzaro che viene risvegliato dal suo loculo, dentro le ossa la stanchezza fradicia della morte, attorno e dentro di sé il fetore della decomposizione, non è un bel vedere, non è un bel sentire. Neppure per Lazzaro stesso, al di là del primo stupore, della gratitudine sconvolta: perché ora si sa, di nuovo, destinato a crepare, avendo già assaggiato fino alla feccia quell’amaro calice. Ma noi, al momento, preferiamo sentirci surfisti di noi stessi, fare i buffoni contro la serietà depressa che ci dava per defunti, coltivare il senso della logica come un’arma rara e disprezzata, bere buon vino rosso e ululare alla luna che sfonda i confini del nostro cranio, alla Via Lattea che non ci disseterà mai. Sapendo - come gli occhi di Ayrton Senna - che a volte la velocità è tutto quel che resta, al di là della meta, al di là dei calcoli d’opportunità e traiettoria...
